A Roma un uomo spara davanti a Palazzo Chigi, feriti due carabinieri
29-04-2013 15:32 - CRONACA


Roma (RM). I Media locali non hanno quasi parlato d´altro, ed in poche ore ha fatto il giro del mondo la notizia che ha violentemente scosso l´Italia intera nel corso della mattinata di domenica 28 aprile, quando un uomo, presumibilmente in preda allo stato di disperazione in cui versava per la perdita del lavoro e la separazione con la moglie, si è avvicinato a Palazzo Chigi a Roma (RM), mentre al Quirinale stavano prestando il giuramento il nuovo Capo del Governo Enrico Letta e gli altri politici nominati per amministrare il paese, e, nel momento in cui i militari presenti davanti al palazzo gli hanno intimato di fermarsi, ha aperto il fuoco con otto colpi di pistola ferendo in modo grave due carabinieri al collo e ad una gamba e sfiorando una donna incina. Relativamente all´identità e alla salute mentale dell´uomo, ritratto nelle fotografie dei Media con un´evidente espressione sofferente sul volto e con i denti digrignati, si è parlato molto in queste ultime ore. Di lui si conosce per certo il nome, Luigi Preiti, l´età, 49 anni, e le origini calabresi, nonostante vivesse attualmente ad Alessandria. Ciò che invece ancora è velato da mistero sarebbe il movente che ha spinto l´uomo, un muratore rimasto disoccupato e separatosi dalla moglie, ad effettuare questo insano gesto. Di lui i Media nazionali hanno ipotizzato di tutto e di più. C´è chi ha affermato che si tratterebbe di un uomo con disturbi mentali, chi ha parlato di un semplice atto di disperazione, chi di premeditazione, chi di un´azione guidata da qualcun´altro e chi ipotizza che non abbia agito da solo e poi le parole del fratello "non ci sentivamo da Agosto dello scorso anno, ma avevo notizie tramite nostra madre che mi ha confermato che stava bene. Mi scuso personalmente con le famiglie dei carabinieri e con l´Italia intera". Ed in tutta questa vicenda anche l´ex moglie di Preiti avrebbe smentito qualsiasi ipotesi di insabità mentale dell´ex marito. Qualsiasi sia stato il momente reale, dunque, quel che è certo è che, ancora una volta, a pagarne le conseguenze sono stati due innocenti, due carabinieri, con l´unica "colpa" di prestare servizio in quell´istante davanti a Palazzo Chigi. Si tratta del brigadiere Giuseppe Giangrande, 50 anni, e del carabiniere scelto Francesco Negri, 30 anni. Nel corso delle ore i bollettini medici hanno comunicato la notizia che non siano in pericolo di vita, nonostante le condizioni siano gravissime e la prognosi resti ancora riservata. Giangrande è infatti tuttora ricoverato in prognosi riservata per una ferita al collo con probabili lesioni alla colonna vertebrale, mentre il carabiniere scelto Negri è ferito gravemente alla gamba. Di Luigi Preiti si sa quanto hanno raccontato in queste ore amici e familiari, che lo descrivono come una brava persona senza precedenti penali, portato probabilmente a questo folle gesto da un periodo di disperazione che, dopo la perdita del lavoro e la separazione dalla moglie, lo aveva fatto tornare da Alessandria nuovamente in Calabria, a Rosarno, ad abitare con la madre. Ed in queste ore non sono naturalmente mancati anche i commenti da parte di varie rappresentanze del popolo italiano, sia tramite i Media che tramite i principali social network, decisamente scissi tra chi afferma che il gesto di Preiti sia solo il primo di possibili altri gesti di disperazione di un popolo in cui la percentuale di disoccupazione aumenta al pari delle tasse e dove i politici sembrano non accorgersene, ed invece coloro che condannano la violenza a prescindere, ancora speranzosi nonostante l´evidente situazione di crisi in cui versa il Paese intero. Italia ancora una volta spaccata in due, dunque, in un Paese in ci si riesce ad indignare, arrabbiare ed unirsi per una partita di calcio, ma dove non ci si riesce a compattare per cambiare lo stato di cose, dove ci si lamenta di politici, tasse e Governo, ma si accettano impassibili tutte le misure, seppur spesso pesanti, da esso adottate, e dove anziché unirsi tutti assieme per uscire da questo stato di cose ci si fa la "guerra tra poveri", distogliendo l´attenzione dai problemi reali. La sociologia studia questo fenomeno sottolineando un modo di agire da parte dei Governi secondo la teoria racchiusa nel motto latino "divide et impera", dividi il popolo e governa, e forse ci stanno riuscendo. (Foto internet)
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