Il Teschio e la penna - La via dell´autopubblicazione
02-04-2014 11:59 - IL TESCHIO E LA PENNA

Ivrea (To), di Stefania Bernardo.Cari amici, in questo numero speciale della rubrica "il Teschio e la penna" parleremo di self- publishing.
Da diversi anni ormai, migliaia di scrittori hanno deciso di auto pubblicarsi, un fenomeno questo che va a insidiare il mercato delle case editrici tradizionali, suscitando molto spesso feroci critiche.
Per prima cosa bisogna aver ben chiaro che il Self Publishing e l'editoria tradizionale sono due sentieri divisi, quanto meno all'inizio del percorso. Uno scrittore che ha in mente di pubblicare il proprio manoscritto avrà quindi due possibilità davanti a sé: inviare l'opera alle case editrici o imboccare il sentiero dell'auto pubblicazione.
Sono due metodi alternativi, e per nulla al mondo la via del self- publishing deve essere vista come un ripiego, la strada dei "trombati" dalle Ce.
Chi decide di intraprendere questa strada, deve farlo con la dovuta responsabilità. Nel momento che si decide di auto pubblicare, bisogna avere chiaro il fatto che si andranno a ricoprire più ruoli contemporaneamente. Non si è più solo scrittori, ma anche editori di se stessi. Per questo occorre curare il prodotto con tutta l'attenzione che ci metterebbe una casa editrice. Il manoscritto va editato, corretto e impaginato. Un lavoro che va fatto con la giusta perizia e che non va mai affrontato con superficialità. Con altrettanta cura bisognerà scegliere la copertina e fare l'adeguata promozione all'opera.
Pensare che il lavoro di uno scrittore indipendente finisca con l'ultima parola scritta nel romanzo è l'errore più grande che si possa fare. Si sta offrendo un prodotto ai lettori, e di conseguenza da prodotto va trattato, curando tutti gli aspetti tecnici e promozionali.
Una delle critiche che vengono mosse al fenomeno del self- publishing è la mancanza del filtro di selezione che invece è presente con l'editoria tradizionale. Questo è solo in parte vero. Se le case editrici applicano il filtro a monte, i lettori lo applicano dopo la pubblicazione. Un lavoro di bassa qualità verrà, senza alcun dubbio, bocciato in breve tempo. Questo è un punto che lo scrittore deve tenere bene a mente. Pubblicarsi pensando di avere il nuovo capolavoro della letteratura in tasca e sbraitando contro i lettori a cui non è piaciuto, non è di certo l'approccio migliore per confrontarsi con questo tipo di scelta.
Usare poi trucchetti più o meno leciti al solo fine di scalare la classifica è un comportamento che si commenta da solo e che tuttavia, finisce con il gettare le ombre su una grande opportunità rappresentata da questo fenomeno.
Da diversi anni ormai, migliaia di scrittori hanno deciso di auto pubblicarsi, un fenomeno questo che va a insidiare il mercato delle case editrici tradizionali, suscitando molto spesso feroci critiche.
Per prima cosa bisogna aver ben chiaro che il Self Publishing e l'editoria tradizionale sono due sentieri divisi, quanto meno all'inizio del percorso. Uno scrittore che ha in mente di pubblicare il proprio manoscritto avrà quindi due possibilità davanti a sé: inviare l'opera alle case editrici o imboccare il sentiero dell'auto pubblicazione.
Sono due metodi alternativi, e per nulla al mondo la via del self- publishing deve essere vista come un ripiego, la strada dei "trombati" dalle Ce.
Chi decide di intraprendere questa strada, deve farlo con la dovuta responsabilità. Nel momento che si decide di auto pubblicare, bisogna avere chiaro il fatto che si andranno a ricoprire più ruoli contemporaneamente. Non si è più solo scrittori, ma anche editori di se stessi. Per questo occorre curare il prodotto con tutta l'attenzione che ci metterebbe una casa editrice. Il manoscritto va editato, corretto e impaginato. Un lavoro che va fatto con la giusta perizia e che non va mai affrontato con superficialità. Con altrettanta cura bisognerà scegliere la copertina e fare l'adeguata promozione all'opera.
Pensare che il lavoro di uno scrittore indipendente finisca con l'ultima parola scritta nel romanzo è l'errore più grande che si possa fare. Si sta offrendo un prodotto ai lettori, e di conseguenza da prodotto va trattato, curando tutti gli aspetti tecnici e promozionali.
Una delle critiche che vengono mosse al fenomeno del self- publishing è la mancanza del filtro di selezione che invece è presente con l'editoria tradizionale. Questo è solo in parte vero. Se le case editrici applicano il filtro a monte, i lettori lo applicano dopo la pubblicazione. Un lavoro di bassa qualità verrà, senza alcun dubbio, bocciato in breve tempo. Questo è un punto che lo scrittore deve tenere bene a mente. Pubblicarsi pensando di avere il nuovo capolavoro della letteratura in tasca e sbraitando contro i lettori a cui non è piaciuto, non è di certo l'approccio migliore per confrontarsi con questo tipo di scelta.
Usare poi trucchetti più o meno leciti al solo fine di scalare la classifica è un comportamento che si commenta da solo e che tuttavia, finisce con il gettare le ombre su una grande opportunità rappresentata da questo fenomeno.
[
]
[
]
[
]


