Ivrea senza la sua piscina comunale: un déjà-vu degli anni '90

Immediata è scattata la mobilitazione dei cittadini, con una petizione che in pochi giorni ha già raccolto centinaia di firme. La preoccupazione serpeggia tra gli eporediesi, che temono che questa chiusura "temporanea" possa trasformarsi in una definitiva, rievocando lo spettro della Cappuccini.
Come molti ricorderanno, la palestra comunale, un importante punto di riferimento per lo sport e l'aggregazione giovanile negli anni '80, chiuse i battenti nel corso degli anni '90. Nonostante le promesse di riqualificazione e riapertura, la struttura non è mai tornata in funzione, lasciando un vuoto significativo nel tessuto sociale e sportivo della città.

Oggi, la chiusura della piscina comunale riapre una ferita ancora viva. Le modalità e le tempistiche dei lavori di ristrutturazione rimangono avvolte nel mistero, alimentando il timore che, ancora una volta, un importante spazio dedicato alla comunità possa andare perduto. Le opposizioni consiliari hanno espresso con forza la loro contrarietà alla decisione, denunciando la mancanza di un confronto preventivo e la vaghezza delle informazioni fornite dall'amministrazione comunale. La piscina non è solo un luogo dove praticare sport, ma è un presidio di salute, un centro di socializzazione e inclusione, come sottolineato dalle numerose testimonianze di cittadini e associazioni. La sua chiusura, se prolungata o definitiva, rappresenterebbe una grave perdita per Ivrea e il suo territorio. La speranza è che l'amministrazione comunale ascolti il ​​grido d'allarme della cittadinanza e agisca con trasparenza e celerità per garantire una rapida riapertura dell'impianto, scongiurando così un triste déjà-vu che Ivrea non può permettersi. Il destino della piscina comunale è ora nelle mani delle istituzioni, chiamate a dimostrare di aver appreso la lezione del passato per non condannare un altro importante pezzo della storia sportiva e sociale della città all'oblio.