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4 maggio 2014

05-05-2014 17:02 - ATTUALITA´
di Claudia Rivella.
Il 4 maggio è una data piena di ricordi per i tifosi granata. E´ una giornata di dolore ma anche di profonda unione, dove anziani e ragazzi, uomini e donne del Toro si incontrano e sfilano davanti alla lapide di Superga. Là, dove si consumò 65 anni fa la tragedia che portò via 31 uomini in un pomeriggio più autunnale che primaverile. Morirono i componenti di quella squadra che ancora oggi è ricordata come gli invincibili, i dirigenti e i tecnici al loro seguito, morirono stimati giornalisti e tutto l´equipaggio dell´aereo. Ogni anno si ripete il pellegrinaggio al colle di Superga per chi vuole onorare il ricordo di un gruppo che fece la storia del calcio. E non si tratta di un momento triste ma commovente e condiviso da molti. Ci sono i turisti che passano per caso proprio il 4 maggio da Superga; ci sono famiglie: papà, mamma e figli; ci sono i nonni con i figli e i nipoti a cui hanno trasmesso la passione per i granata; ci sono le signore che portano un fiore rosso; ci sono i giovani tifosi, tutti con qualcosa di granata indosso, a testimoniare l´unione e la presenza silenziosa di tanti cuori. E poi ci sono le sciarpe e le bandiere appoggiate vicino alla lapide. Ci sono sempre poesie a ricordare il grande Torino e tanti fiori rossi. La giornata di ieri si è conclusa con la presenza della squadra del Toro al completo alla messa commemorativa. Di solito questa ha luogo all´ora precisa dello schianto dell´aereo. Quest´anno per motivi non dipesi dalla dirigenza ma dalle leggi del dio pallone non è stato possibile mantenere la tradizione e la funzione si è svolta alle ore 20. Al termine è consuetudine il saluto con la lettura dei nomi dei defunti, davanti alla lapide. Il compito spetta sempre al capitano in carica e quest´anno Kamil Glik ha dato il suo contribuito alla toccante cerimonia. A chiusura di una giornata che a Torino ha visto altri festeggiamenti cito le parole di Indro Montanelli che rimangono nel tempo e che sono state utilizzate per la fascia del capitano Glik nella partita contro il Chievo: " Gli eroi sono sempre immortali agli occhi di chi in essi crede. E così i ragazzi crederanno che il Toro non è morto: è soltanto in trasferta".