Chi ha paura dell´uomo nero? Il paese ignora e si divide sulla questione dei clandestini.
03-09-2015 03:07 - ATTUALITA´
Mondo. Di Redazione. "In principio era il caos", ora...pure! Oggi seguivo la diretta dei funerali dei due coniugi massacrati a Catania da un immigrato. Riflettevo. Ascoltavo i vari commenti, alcuni scontati. Riflettevo e pensavo a quanto poco siamo tutti informati. Pensavo a quanto chiunque faccia demagogia sopra questi sbarchi di clandestini. Pensavo alla disinformazione della gente, a quanto alcuni media contribuiscano ad aumentare tale disinformazione, ad ´aizzare´ il popolo, gli uni contro gli altri, divisi comunemente tra chi non è d´accordo su questi sbarchi clandestini, quindi è necessariamente razzista, e chi invece accoglierebbe chiunque, purché stia a casa sua, e quindi è -falsamente - solidale. Da quelli che "stiano nel loro paese" a quelli che "hanno solo avuto la sfortuna di nascere dalla parte sbagliata della Terra", a quelli che "ci vorrebbero le camere a gas", a quelli che, in fondo, sono i primi a discriminare nel momento in cui, vedendo uno di colore, pensano "poverino chissà cosa ha patito", e magari questo è un ingegnere o un medico, e magari non vorrebbe essere compatito, ma preferirebbe un lavoro dignitoso. E poi penso alla fiera delle banalità, a tutti quei "pensiamo ai nostri avi quando sbarcarono in America", e da questa frase si capisce come, proprio chi la pronuncia, non ne sa proprio nulla dei viaggi dei nostri antenati verso queste terre lontane. Non ha evidentemente mai parlato con chi, ai tempi, affrontò un viaggio della speranza oltre Oceano, con tutte le difficoltà e nessuna agevolazione, molti rinchiusi nelle stive delle navi, posti in quarantena all´arrivo in America, alla necessità di documenti, con un umile lavoro che veniva assegnato appena sbarcati a terra, lavori poveri, braccianti, molti sfruttati in piantagioni di caffè, artigiani, calzolai ecc... Un tentativo di far fortuna, mica una certezza di andare a migliorare! Senza pensare che, senza dover andare oltre Oceano, in Italia, chi, soprattutto dal Sud o dal Veneto, si spostava verso Nord Ovest, si sentiva chiamare "Kiuz", "Mandaro", "Taro", "Terrone", "Napoli", ecc...E che si trovava davanti a cartelli con scritto "Non si affittano case ai meridionali". E allora mi chiedo dove sia il paragone con questi sbarchi incontrollati, dietro i quali si cela un business che frutta miliardi a molti e alla malavita, su cui chi può lucra, e dove le vittime restano vittime e le ´non vittime´ lo diventano, a causa del sistema. Mi chiedo dove sia il paragone con questi, molti disperati, ma anche molti approfittatori, che arrivano in Italia, senza documenti, senza controlli, senza più controllo, a cui non si offre un lavoro, bensì un cellulare con cuffiette, abiti puliti, un posto dove dormire, una bici, 35 euro al giorno e poi stop. Poi basta. Della serie "Bon ora che vi abbiamo accolti state qua tranquilli", come fossero ospiti in vacanza. Senza un lavoro, senza un corso di lingua, senza nulla da fare. E li si vede passare le giornate nelle città, in giro in bici, piuttosto che nelle piazze a maneggiare continuamente il cellulare, o affacciati alle balconate degli hotel in cui vengono ospitati. E a questo punto la domanda sorge spontanea: ma chi sono? La domanda è seria. Nel senso: qual è il loro nome vero, la loro storia, i loro sogni e le loro aspettative? E poi: ma non si annoiano? Perché io mi annoierei a stare tutto il giorno a non fare niente. E quando tutta questa pacchia finira´ cosa faranno? E ancora, dove sono i controlli? Perché sono accolti come rifugiati politici che fuggono dalla guerra, ma non sono tutti così. Inoltre, senza controlli, come si può sapere chi arriva nel nostro paese? Perché è come se si mettessero su un barcone degli Italiani tra cui fossero inseriti criminali, assassini, mafiosi e nessuno sapesse niente, né nome né altro. E poi si parla razzismo, quando magari Italiani poveri, senza lavoro, ne´ casa, nessun aiuto, si disperano trovando ingiusta questa discriminazione al contrario e si sentono additare come ´razzisti´ proprio da coloro che magari non hanno nessun problema economico, e dalle loro lussuose case sentono di fare del bene perche´ regalano qualche moneta a qualche immigrato all´uscita dei supermercati, ma magari si girano dall´altra parte davanti a problemi di loro conoscenti. Quindi forse la situazione e´ un po´ piu´ complessa e non può essere ridotta a razzisti e non. Forse bisognerebbe fare sempre un´analisi più approfondita, scavare a fondo, evitare la demagogia ed agire per un ordine delle cose e per sconfiggere questo caos. Insomma, è un gran bordello. E mentre gli Italiani si dividono tra quelli che dicono "poverini" e quelli che urlano "via da qui", c´è chi, in questa politica del "divide et impera" (dividi e governa), sfrutta loro e prende in giro noi, in una situazione che, necessariamente, sarà destinata al più totale ed incontrollato caos, in cui gli unici che ne trarranno realmente benefici saranno coloro che già stanno bene e che non perdono occasione per riempirsi la ´panza´ alla faccia nostra, tenendo buoni dei disperati, fomentando l´odio tra la gente, che impegnata a pensare agli sbarchi si dimentica del barcone alla deriva che è ormai l´Italia, in un´eterna divisione tra l´incensare lo straniero eroe che salva qualcuno da annegamento e l´efferato assassino che uccide senza motivo, in attesa del successivo talk show. Perché in fondo, "business in business" e, come affermava Freddy Mercury, "The show must go on".
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