18 Maggio 2024
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E' morto Silvio Berlusconi. Aveva 86 anni.

13-06-2023 00:23 - CRONACA
Milano (MI) di Désirée Gabella. Si è spento lunedì 12 giugno, all'età di 86 anni, presso l'ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato dallo scorso 9 giugno, il

leader di Forza Italia Silvio Berlusconi.

La dipartita a causa di una rara forma di leucemia,

di cui soffriva da tempo, ma resa nota solo recentemente, quando un mese e mezzo fa era stato ricoverato per 45 giorni. Non sono servite le terapie monoclonali che gli stavano inoculando nel tentativo di vincere l'ennesima battaglia, infatti, dopo essere rientrato a casa, un nuovo ricovero l'aveva ricondotto in ospedale lo scorso venerdì, inizialmente sembrava per un controllo di routine, ma che successivamente ha visto l'aggravarsi delle sue condizioni. Nonostante la sua malattia, però, il mondo intero è rimasto scioccato quando, la mattina di lunedì 12 giugno, alle 9:30 è arrivata dal Dottor Zangrillo che l'aveva in cura, la comunicazione della sua dipartita, al punto di diventare la notizia di prima pagina di tv e giornali, non solo nazionali, ma addirittura mondiali, indipendentemente dall'orientamento politico. Dalla Bbc, alla Cnn, al Pais, Le Monde, Le Figaro, The Guardian, fino al New York Times e alla Frankfurter Allgemaine Zeitung, solo per citarne alcuni, questo annuncio ha fatto il giro del mondo: «Figura inarrestabile nella politica», ha titolato Le Figaro; «Il Cavaliere esce di scena», ricordano il suo «record di longevità alla presidenza del Consiglio italiano» affermando che «l'imprenditore ha incarnato gli eccessi della sfavillante Italia» (Liberation); «Silvio Berlusconi, figura di spicco della destra italiana, è morto» (Le Monde); «Muore a 86 anni Silvio Berlusconi, uomo di spettacolo che ha sconvolto la politica e la cultura italiana (New York Times); «Muore a 86 anni l'ex primo ministro italiano Silvio Berlusconi (The Guardian); «Silvio Berlusconi è morto. L'ex primo ministro italiano, politico e imprenditore dei media, è morto lunedì all'età di 86 anni» (Frankfurter Allgemaine Zeitung).

BERLUSCONI IMPRENDITORE:

Sì perché, Silvio Berlusconi, per tutti il Cavaliere, titolo ottenuto per meriti imprenditoriali negli anni '70, sembrava indistruttibile, ed era noto come la persona tenace con cui, nel bene o nel male, non solo l'Italia, ma mezzo mondo, ha dovuto rapportarsi negli ultimi 50 anni, di cui 30 in politica, entrando appieno nella storia che rimarrà impressa in eterno tra le pagine del nostro Paese. Nato a Milano il 29 settembre 1936, da una famiglia piccolo borghese, ha dimostrato fin da giovane le sue spiccate doti imprenditoriali, che lo portarono a 27 anni a fare un finanziamento per dare il via alla “Edilnord”, impresa di costruzioni con cui, da vero luminare, diede alla luce il nuovo quartiere periferico battezzato “Milano 2”, nella convinzione che al primo posto dovesse esserci il benessere delle persone, vivendo in una location immersa nel verde, abbastanza vicina, ma al contempo separata, dalla frenesia del centro città. Queste e le successive riuscitissime imprese, hanno fatto sì che gli venissero riconosciute le doti di uomo intelligente, scaltro, di carattere, nonché grande comunicatore, sul finire degli anni '70, rilevò un esperimento delle prime TV commerciali: “Tele Milano 58” capendo prima di altri che il settore delle TV commerciali sarebbe stato il business del futuro. Il suo intento principale era portare nelle case degli abitanti del quartiere, attraverso la tv via cavo, ciò che avveniva in loco: dalla messa della domenica, agli eventi sportivi e molto altro. Le prime trasmissioni venivano effettuate dal salone conferenze di un Hotel della città, con la conduzione di un giovane Claudio Lippi ed appena una telecamera. Seguì l'escalation che tutti conosciamo con la nascita del polo televisivo “Mediaset”, annoverando tra i conduttori di spicco un altrettanto giovane Mike Buongiorno, arrivato dalla Rai, in cui lavorava, in seguito alla modifica del palinsesto e alla soppressione di un suo quiz, che invece, in Mediaset, divenne il suo cavallo di battaglia. A Berlusconi è stato riconosciuto da molti di essere un uomo dal talento straordinario, ma la prerogativa che lo ha contraddistinto di più è stata la passione che metteva in ogni ambito della sua vita: nel lavoro, dove è riuscito a primeggiare in tutti i campi nei quali si è cimentato; nella vita, che amava e a cui si è aggrappato fortemente fino all'ultimo; ma, soprattutto, l'amore per la sua famiglia, i suoi figli, Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi, la maggior parte dei quali hanno seguito le orme imprenditoriali, nonché per i suoi 17 nipoti, di cui era orgogliosissimo.

BERLUSCONI E LO SPORT:

Un altro esempio tangibile della sua lungimiranza, inoltre, è stata l'avventura nel mondo del calcio, iniziata nel lontano 1986 con l'acquisto del “Milan Club”, e terminata con l'aver portato recentemente il “Monza Calcio” in serie A. «Stiamo costruendo la squadra più forte del mondo», aveva dichiarato, portando come primo allenatore il lungimirante Arrigo Sacchi (dall''87 al '91), a cui seguirono altrettanti importanti nomi, prese in mano le sorti di una società sportiva importante, ma sull'orlo del fallimento, il Milan, riportandolo ai fasti degni di nota, con la vittoria di diversi Scudetti e Coppe dei Campioni, 28 trofei in tutto, quasi uno all'anno, facendo sì che la sua squadra riflettesse l'immagine spumeggiante e vincente, che nulla aveva a che fare con le caratteristiche delle altre squadre del campionato di serie “A” dell'epoca, diventando la squadra che aveva segnato una svolta nel calcio moderno. «Convincere, divertire e vincere», era il suo motto, come ha ricordato lo stesso Sacchi, in un'epoca in cui l'idea era solamente quella di vincere. «Abbiamo avuto risultati oltre il sogno – ha proseguito Sacchi - Abbiamo lavorato tanto, ma non ho mai pensato che lavorando poco si potessero ottenere risultati».

BERLUSCONI E LA POLITICA:

Nel 1994, infine, decise di coronare la serie di successi scendendo in politica, dopo un annuncio televisivo dalle sue stessi reti, in cui affermava: «L'Italia è il paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho appreso la passione per la libertà». In soli 3 mesi preparò la sua campagna elettorale, riuscì a riunire le forze politiche del centro e, in un'Italia sconvolta dalle vicende giudiziarie dell'inchiesta “Mani Pulite”, iniziata nel 1992 con i processi di “Tangentopoli”, in cui le persone avevano perso la fiducia nei partiti, costituì una nuova idea di politica, costituendo “Forza Italia”, vincendo le elezioni e diventando Presidente del Consiglio. Eletto nuovamente Presidente del Consiglio nel 2000, si rapportò ed ottenne la stima di diversi capi di stato, tra cui George W. Bush, Vladimir Putin, e molti altri, spesso in visita in Italia ed ospiti del Presidente. A lui, inoltre, viene attribuita la nascita del bipolarismo e del centrodestra: «Ha inventato il bipolarismo – ha affermato nella trasmissione “Porta a Porta”, condotta da Bruno Vespa, il Presidente del Senato Ignazio La Russa - C'è un prima e un dopo Berlusconi. Così come è cambiato il mondo politico da quando è arrivato Berlusconi, ci sarà qualche cambiamento anche dopo la sua morte».

BERLUSCONI E LE VICENDE GIUDIZIARIE:

Non sono mancate, tuttavia, nel corso della sua carriera, a partire dalla discesa in politica, anche molte vicende giudiziarie che l'hanno coinvolto, essendogli stati contestati diversi reati tra: falso in bilancio, frode fiscale, corruzione, concussione, concorso in strage, prostituzione minorile, diffamazione aggravata e abuso d'ufficio. Accuse, tuttavia, concluse in molteplici modi, tra: assoluzioni, prescrizioni, amnistie e depenalizzazioni. Solo una vicenda lo vide condannato in via definitiva a 4 anni di reclusione, tre dei quali coperti da insulto, per cui poi venne disposto l'affidamento in prova ai servizi sociali come misura alternativa alla detenzione, il “Processo Mediaset”, per frode fiscale (compravendita dei diritti Mediaset mentre era presidente del Consiglio), in seguito alla cui sentenza, per la “Legge Severino”, arrivò la sua decadenza all'incarico di Senatore nel 2013 e la sua incandidabilità per 6 anni, nonché il ritiro del passaporto. Già nel 2015, però, il tribunale di sorveglianza di Milano gli concedette la riabilitazione. Diversi procedimenti, invece, furono archiviati, tra cui: uno per traffico di stupefacenti; le indagini sui mandati delle stragi di mafia; quello per il concorso esterno in associazione mafiosa, per cui alla fine degli anni '90 era indagato insieme a Marcello Dell'Utri; nonché la vicenda per abuso d'ufficio nella vicenda dell'utilizzo degli aerei dell'Areonautica militare; come anche i processi per diffamazione aggravata dall'uso del mezzo televisivo. Caddero invece in prescrizione: il procedimento del cosiddetto Lodo Mondadori; il caso di Ali Iberian; accuse di falso in bilancio riguardo a Fininvest; il processo per presunta corruzione dell'avvocato David Mills. Diversi anche i processi per cui venne assolto, o perché il fatto non costituisce reato o perché il fatto non sussiste, come, ad esempio: quello per la partecipazione azionaria della Società Meridionale di Elettricità, a cui partecipò Fininvest, o per l'acquisto della società Medusa cinematografica; così come i processi per i presunti scandali sessuali, come il caso Ruby; nonché scagionato sia dalle accuse di prostituzione minorile, che da quelle di aver pagato le testimoni per mentire ai giudici riguardo alle serate ad Arcore. «In totale sono più di 100 procedimenti, più di 900 magistrati che si sono occupati di me e del mio gruppo, 588 visite della polizia giudiziaria e della Guardia di Finanza, 2600 udienze in 14 anni, più di 400 milioni di euro per le parcelle di avvocati e consulenti», aveva dichiarato lo stesso Berlusconi alla vigilia del processo Mills.
Dal 2013, tornò a Palazzo Madama 9 anni più tardi, eletto nelle elezioni del 25 settembre 2022.

IL CORDOGLIO DEL MONDO PER BERLUSCONI:

Il talento innato che lo contraddistingueva e che lo ha fatto arrivare ad essere il personaggio pubblico noto a tutti, al punto che che nel corso dell'intera giornata di lunedì 12 giugno, ci sono stati innumerevoli messaggi di cordoglio e altrettante testimonianze di riconoscimento e stima, non solo dall'intero mondo politico nazionale ed internazionale, indipendentemente da destra a sinistra, ma anche da giornalisti, persone di spettacolo, magistrati, dipendenti e persone comuni, diramati a cascata attraverso i tg e le trasmissioni a lui dedicate che sulle reti nazionali si sono susseguite per tutta la giornata. «Berlusconi lascia una grande eredità politica, è sempre stato un combattente – ha dichiarato a “Porta a Porta” di Bruno Vespa, Stefania Craxi, figlia del noto Bettino, anche lei militante da sempre in politica con Forza Italia - Forza Italia è uno spazio politico, l'ha dimostrato anche alle ultime elezioni, uno spazio che rimarrà, anche se l'assenza di un grande leader e combattente si sentirà». «Berlusconi non lascia eredi ma lascia una grande eredità: il centro destra può vincere solo se unito», ha dichiarato a “Porta a Porta” di Bruno Vespa, Alessandro Sallusti, direttore di Libero.
Il principale ricordo che lascia di sé, però, è quello di un uomo passionario, determinato ed imprenditore capace. Famoso il suo motto che spesso citava nelle interviste, ovvero, quello di credere fino in fondo nei progetti che ci si propone di fare perché la tenacia e la perseveranza premiano sempre. «Il merito di Berlusconi è stato quello di cambiare la struttura dell'economia italiana, prima ancora della politica, per le imprese medie, per come ha lanciato via televisione la nostra industria – ha dichiarato nella trasmissione “Porta a Porta” di Bruno Vespa, Giulio Tremonti - Prima era diversa, con lui è diventata un'altra cosa. Questa è una delle cose principali per cui essergli grato».

IL FUTURO DEL CENTRO-DESTRA:

Come guardano al domani i suoi alleati? «Guardiamo innanzitutto all'oggi, sconvolti da un avvenimento drammatico che mai ci aspettavamo, ma siamo tutti uniti nel voler proseguire nel solco di Berlusconi – hanno dichiarato a “Porta a Porta” di Bruno Vespa alcuni dirigenti di Forza Italia - Tutto il mondo e i dirigenti di Forza Italia sentono questo dramma, ma si sentono ancora più uniti di quanto già non fossero, e vogliono esprimere il loro dolore essendo uniti, ma proseguendo sul solco di Berlusconi. Lui ancora pochi giorni fa parlava delle prossime elezioni europee e di come il partito potesse creare un modello di centro destra all'italiana in Europa».
Le sue doti di comunicatore, avvalendosi anche di una nutrita schiera di professionisti della comunicazione che ne curavano immagine e discorsi, lo portarono ad essere spesso oggetto di studio anche presso le facoltà universitarie, come in quella di Scienze della Comunicazione.

IL RICORDO DI AMICI E COLLABORATORI DI BERLUSCONI ED IL LUTTO NAZIONALE:

Infine, un ricordo, non meno importante, è stato quello del Berlusconi uomo prima, datore di lavoro poi, con amici e dipendenti che ricordano il suo essere sempre solare e la capacità di affrontare con tenacia qualsiasi difficoltà, non solo le vicende sopra annoverate, ma anche le malattie, molto serie, che ha affrontato e sconfitto nel corso della sua vita, la voglia di cogliere le sfide e vincere sempre, ma anche il suo non arrendersi mai, affrontando i problemi col sorriso e spesso smorzando le situazioni con una barzelletta «D'altronde – diceva – a vincere sono abituato». Per chi lavora in Mediaset, dove campeggia da lunedì l'omaggio sulla torre a Cologno Monzese: «Grazie Silvio. Ciao papà», ma nei Mass Media, in generale, è stato l'imprenditore che ha cambiato il modo di fare tv. Il ricordo è quello di un uomo galante e attento, che regalò una rosa a tutte le dipendenti appena insediatosi in tv, ma che passava anche tra i cameraman, durante le trasmissioni, per sincerarsi del loro benessere e delle loro famiglie. Nonché per la sua nota, ma non sempre evidenziata, generosità, che lo portò ad aiutare sia moralmente che economicamente amici, collaboratori, ma anche prendere a cuore vicende sociali che non erano state rese note, spesso spalleggiato proprio dal suo storico amico e collaboratore Mike Buongiorno.
Un leader significativamente incisivo per l'Italia, tant'è che è stato proclamato il lutto nazionale per mercoledì 14 giugno, la giornata dei suoi funerali di Stato in Duomo, come ha disposto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.

IL COMMIATO DI PAPA FRANCESCO E DELLA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI:

In molti lo ricorderemo con quel sorriso scanzonato che solo i grandi personaggi della storia possono sfoggiare, ma i messaggi finali, non per importanza, li demandiamo a Papa Francesco e alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: «Sentita partecipazione al lutto per la perdita di un protagonista della vita politica italiana, che ha ricoperto pubbliche responsabilità con tempra energica», ha scritto il Pontefice nel telegramma indirizzato alla famiglia del fondatore di Forza Italia.

«Silvio Berlusconi era soprattutto un combattente, un uomo che non aveva mai avuto paura a difendere le sue convinzioni e sono stati esattamente quel coraggio e quella determinazione a farne uno degli uomini più influenti della storia d'Italia, a consentirgli di imprimere delle vere e proprie svolte nel mondo della politica, della comunicazione e dell'impresa - il commiato della Premier Giorgia Meloni - Con lui l'Italia ha imparato che non doveva mai farsi imporre dei limiti. Ha imparato che non doveva mai darsi per vinta. Con lui noi abbiamo combattuto, vinto, perso molte battaglie. E anche per lui porteremo a casa gli obiettivi che, insieme, ci eravamo dati. Addio Silvio».


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