Roberto Drago ricorda l'amico giornalista Gianni Pistolesi
05-06-2025 19:34 - CRONACA
Ivrea (TO), di Paolo Robino.
La scomparsa improvvisa ed inaspettata di Gianni Pistolesi, storico caporedattore sportivo de “La Sentinella”, rappresenta un grande vuoto per tutto il giornalismo canavesano e piemontese. Con la sua dipartita se ne va una colonna portante di un vecchio modo di essere giornalista che oggi, con l'avvento della frenesia in ogni settore della nostra vita, sembra non esistere più. Persona discreta, posata e gentile, Gianni non era mai sopra le
righe, nemmeno quando scriveva un suo commento, tendeva sempre a mettere da parte la sua persona, lasciando spazio soltanto ai fatti.
Per ricordarlo ci affidiamo a Roberto Drago (In foto), suo amico fraterno e da molti anni presidente del locale comitato Figc di Ivrea.
Roberto, conoscevi Gianni Pistolesi fin dagli inizi della sua carriera, come è nata la vostra amicizia?
«Abbiamo iniziato a collaborare insieme nella storica emittente eporediese “Radio Tele Ivrea”, dove tra gli anni '70 e '80 Gianni si occupava tra le altre cose di ciclismo e automobilismo. Sono stati momenti molto belli e di grande entusiasmo».
Vi legava anche la passione per il calcio, lui da giornalista e tu da dirigente, con un'attività che porti avanti ancora oggi.
«Quando lui è diventato Redattore la collaborazione è stata fitta. Ricorderò sempre la sua propensione alla collaborazione con tutti e la sua determinazione fatta di poche parole e toni pacati. Lui scriveva per far crescere lo sport nel territorio e mai per fare polemiche inutili. Anche da addetto stampa dell'Ivrea Calco in serie C tendeva a farsi da parte, lasciando spazio a giocatori e tecnici ed essendo sempre cordiale e sorridente con i
colleghi giornalisti».
Il vostro rapporto è andato anche oltre il lavoro, un'amicizia che vi ha fatto superare insieme anche situazioni meno belle della vita.
«Quando è diventato, dopo la pensione, presidente della casa di riposo di Strambino, ha cominciato a spendersi per la causa con dedizione ed umanità. Mi ha aiutato a far sentire mia mamma a suo agio in quell'ambiente e così faceva con tutti».
Vi ha accomunato purtroppo anche il lutto per la perdita della vostra compagna di vita.
«Purtroppo sì e Gianni, nell'ultimo periodo, si era un po' isolato, abbiamo, però, sempre cercato di starci vicino a vicenda. La comunità di Carrone che lo aveva adottato amava la sua discrezione ed il suo impegno silenzioso ed oggi è sgomenta per quanto successo al suo concittadino».
Chi scrive, di quella comunità ne fa parte, essendoci nato e cresciuto per parte di padre. La sua gioia commossa nel vedere un volto conosciuto sui campi d calcio nell'ultimo saluto per la moglie Mirella, è stata qualcosa di davvero prezioso che ha dimostrato una volta di più lo spessore di quest'uomo di altri tempi che mancherà a tutti. Viene da chiedersi se il giornalismo odierno sia in grado di raccogliere un testimone di tale importanza.
righe, nemmeno quando scriveva un suo commento, tendeva sempre a mettere da parte la sua persona, lasciando spazio soltanto ai fatti.
Per ricordarlo ci affidiamo a Roberto Drago (In foto), suo amico fraterno e da molti anni presidente del locale comitato Figc di Ivrea.
Roberto, conoscevi Gianni Pistolesi fin dagli inizi della sua carriera, come è nata la vostra amicizia?
«Abbiamo iniziato a collaborare insieme nella storica emittente eporediese “Radio Tele Ivrea”, dove tra gli anni '70 e '80 Gianni si occupava tra le altre cose di ciclismo e automobilismo. Sono stati momenti molto belli e di grande entusiasmo».
Vi legava anche la passione per il calcio, lui da giornalista e tu da dirigente, con un'attività che porti avanti ancora oggi.
«Quando lui è diventato Redattore la collaborazione è stata fitta. Ricorderò sempre la sua propensione alla collaborazione con tutti e la sua determinazione fatta di poche parole e toni pacati. Lui scriveva per far crescere lo sport nel territorio e mai per fare polemiche inutili. Anche da addetto stampa dell'Ivrea Calco in serie C tendeva a farsi da parte, lasciando spazio a giocatori e tecnici ed essendo sempre cordiale e sorridente con i
colleghi giornalisti».
Il vostro rapporto è andato anche oltre il lavoro, un'amicizia che vi ha fatto superare insieme anche situazioni meno belle della vita.
«Quando è diventato, dopo la pensione, presidente della casa di riposo di Strambino, ha cominciato a spendersi per la causa con dedizione ed umanità. Mi ha aiutato a far sentire mia mamma a suo agio in quell'ambiente e così faceva con tutti».
Vi ha accomunato purtroppo anche il lutto per la perdita della vostra compagna di vita.
«Purtroppo sì e Gianni, nell'ultimo periodo, si era un po' isolato, abbiamo, però, sempre cercato di starci vicino a vicenda. La comunità di Carrone che lo aveva adottato amava la sua discrezione ed il suo impegno silenzioso ed oggi è sgomenta per quanto successo al suo concittadino».
Chi scrive, di quella comunità ne fa parte, essendoci nato e cresciuto per parte di padre. La sua gioia commossa nel vedere un volto conosciuto sui campi d calcio nell'ultimo saluto per la moglie Mirella, è stata qualcosa di davvero prezioso che ha dimostrato una volta di più lo spessore di quest'uomo di altri tempi che mancherà a tutti. Viene da chiedersi se il giornalismo odierno sia in grado di raccogliere un testimone di tale importanza.
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